coordinato da Gianfranco Capitta
interverranno critici, artisti, operatori, amici
In un qualsiasi gruppo alla ricerca di qualcosa, se viene meno l’esploratore principale dei confini, la difficoltà si sente, anche dolorosamente. E’ quello che succede da qualche settimana nel mondo del teatro. L’assenza di Nico Garrone si fa sentire: manca la sua curiosità instancabile, la sua eleganza veloce, il suo puntiglio nel mettere a fuoco quello che vedeva e che non gli risultava chiaro. Sempre con grazia e col sorriso, mai con cinismo. Era capace di dire cose anche dure, ma era impossibile offendersi. La lingua e la scrittura erano state il suo primo amore, poi allargatosi al teatro, e alla televisione dove aveva lavorato con la stessa insaziabile curiosità. Amava i conforti della vita, ma con la stessa naturalezza aveva imparato a fare rassegne mirabili a Radicondoli con budget molto bassi. E’ la prima occasione per ricordarlo da parte di chi l’aveva letto, apprezzato, amato.
(G. Cap.)
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