coordina Gianfranco Capitta
interviene Stefano Pezzato
Era un modo di dire popolare "dare il sangue" per una causa. Franko B. lo fa invece, letteralmente, per l'arte. Non in senso astratto, ma perché l'arte è la sua comunicazione con gli altri uomini, ponendo come terreno di scambio gli elementi più concreti della sua umanità. "Sono stato educato a vergognarmi del mio corpo. Uso sangue, urina e merda come metafora perché è questo ciò che sono". Arte estrema ma che invece è elementare offerta di sé, atto d'amore verso lo spettatore, condivisione sociale della realtà tutta. Anche a costo di risultare sconvolgente e forse sgradevole, "per rendere sopportabile l'insopportabile, per creare situazioni cui è impossibile rimanere indifferenti". Lungo un tracciato artistico che ha solide radici nell'arte contemporanea, ma che Franko B. rinnova e rilancia sulla via della performance totale.
(G. Cap.) |